«Talè cu ccè! GAETANO DAITA!»
Dinanzi al busto marmoreo, su un pilastro della navata destra della chiesa di San Domenico a Palermo, il ragazzone con il giubbotto color perla si emozionò, parlando a voce più alta di quanto avrebbe voluto.
Mancava ancora quasi mezz’ora all’inizio della messa pasquale. Giorgione cominciò a bighellonare fra le numerose lapidi che costellano lo splendido edificio di culto.
«Jachì, talè cu ccè! Gaetano Daita!» ripeté, trattenendo per il gomito il cugino Gioacchino, magro come un chiodo e universalmente riconosciuto come un ragazzo buono, ma non troppo sveglio.
«Talè! Gaetano Daita!» ripeté una terza volta, indicandolo con orgoglio, sotto lo sguardo compiaciuto di una studentessa che offriva brochure della chiesa ai presenti.
«E cu min… e chi è Gaetano Daita?» si corresse Gioacchino, accortosi dello sguardo della ragazza.
«Come, chi è? Ignorante…» si sforzò Giorgione in italiano, «E’ la strada che c’è dietro la Via Libertà! Unni fummo a’ssira pi ll’aperitivu!»
«Aaaah, giusto!» confermò ammirato Gioacchino, fissando il busto di marmo. Come se l’osservazione attenta del monumento lo aiutasse a rievocare gli aperitivi della sera prima. La ragazza, divertita e incredula, si sentì in dovere di intervenire:
«Scusate, in realtà Gaetano Daita non è solo una strada. Anzi, se è per questo più avanti trovate anche le lapidi e le tombe di Michele Amari, Camillo Finocchiaro Aprile, Ruggero Settimo, Francesco Paolo Perez e tanti altri!»
«Incrediiiibbile!» Esclamò affascinato Giorgione, « A via Perez! Unni sta e casa u zu Peppino!»
«Insomma!» intervenne la studentessa. «Gaetano Daita era un erudito!»
«Erudito?» chiese Giorgione, con le sopracciglia alzate e le palpebre socchiuse.
«Cioè…» intervenne Gioacchino soffocando una risata «Era sia maschio che femmina?»
«Noooo!» rispose esasperata la ragazza, portandosi le mani al viso. «Quello è l’ermafrodita! Un erudito è una persona colta! Gaetano Daita fu un letterato dell’800, aprì a Palermo il primo liceo privato e fu anche ministro sotto Garibaldi!»
«Aaah, ho capito!» Affermò senza troppa convinzione Giorgione. Ormai la messa era quasi cominciata. Giorgione si avvicinò alla ragazza, tutto impettito e con la mano tesa: «Comunque grazie mille. Ci hai imparato tante cose.» Poi si avvicinò, con tono da cospiratore: «Ma dove hai detto che è messa la targa della Via Perez?»
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